Osservando la natura, specialmente i suoi aspetti maestosi che ci superano su scale fisiche, comprendiamo che essa è molto più grande di noi. D’altra parte, osservando noi stessi e la natura, capiamo che, per molti aspetti, siamo noi superiori ad essa. La consapevolezza della grandezza e della superiorità della natura ci porta ad ammirarla. Tuttavia, rendendoci conto che in certi modi la superiamo, spesso ci porta a ignorarla, sminuirla e sfruttarla. Questo rapporto duale tra noi e la natura può confonderci, ma forse questa relazione è proprio un dono per non vederci come suoi avversari, bensì come suoi fratelli. Il termine fratello significa qualcuno che è connesso ma diverso. Che sia più forte o più debole, è lì per aiutare e costruire piuttosto che distruggere.

Ma se non siamo in grado di essere in armonia con noi stessi e gli uni con gli altri, come possiamo essere in armonia con il resto del creato? È impossibile cercare un’armonia o un equilibrio solo parziale, sia dentro di noi che nel nostro rapporto con il mondo. Anche nell’arte, l’armonia significa equilibrio tra tutte le parti. Se un’opera pittorica, musicale, teatrale o di altro genere contiene un elemento disordinato, questo ci confonde almeno in parte. Perché qualcosa funzioni e formi un insieme significativo, è necessario che l’armonia sia ovunque.

Lo stesso vale per la persona: corpo, psiche e spirito devono raggiungere un equilibrio affinché possiamo essere veramente completi e completamente sani, e affinché il nostro rapporto con l’ambiente sia altrettanto sano. Se dentro di noi c’è salute — e di solito c’è — rispetto alla natura e a tutto ciò che consideriamo buono e degno di attenzione, nasce il bisogno di protezione e conservazione. Qui emergono due processi distinti: uno stato e un’azione. L’azione corretta richiede molta più disciplina rispetto al semplice avere il giusto pensiero o stato. L’azione deve essere educata, e l’educazione comincia sempre da situazioni immediate e dall’ambiente immediato.

Il bisogno di conservazione, di perpetuazione, di armonia è un bisogno dello spirito umano. Se non siamo in grado di esprimerlo in ciò che ci circonda direttamente, come potremo conservarlo nei livelli più astratti — i livelli dello spirito? L’uomo è un essere graduale; se non siamo in grado di adempiere ai piccoli compiti e doveri, è segno che anche quelli più grandi e importanti ci sfuggono di mano. Il nostro atteggiamento generale deve essere di armonia e fraternità, di cura e equilibrio, perché solo allora possiamo riuscire nei nostri propositi di creare armonia nel mondo e integrarci in esso nel modo giusto. Vogliamo lasciare un segno positivo nel mondo ed essere significativi, essere in qualche modo i protettori del mondo con le nostre azioni.

San Floriano, soldato romano e martire per la fede, la cui chiesa si trova qui, è celebrato come patrono dei vigili del fuoco perché, secondo la leggenda, aiutava a spegnere incendi, tra le altre cose. Vivere come fratello dell’umanità è ciò che porta alla santità. Vivere di ideali, impegnarsi per essi in modi concreti — sia fisici che spirituali, in piccole e grandi cose, anche a costo della vita stessa — è l’espressione ultima dell’armonia dello spirito, dell’anima e del corpo dentro di noi.

San Floriano non è santo perché è morto, ma perché ha vissuto come fratello dell’umanità. Per questo occupa oggi la posizione di custode e fratello, e siamo incoraggiati a rivolgerci a lui nelle nostre necessità, così come ci rivolgiamo ad altri santi per la loro intercessione. Perché durante la loro vita terrena hanno imparato ad ascoltare e a rispondere correttamente, perché desideravano e vivevano l’armonia. Cerchiamo anche noi di esaminarci e diventare persone più affidabili e integre, in armonia con noi stessi, con il mondo creato e con Dio. Iniziamo dalle piccole cose; questo è il miglior cammino.