Non abbiamo tempo libero: è un’affermazione che spesso pronunciamo, talvolta per giustificarci e altre volte per constatare tristemente che realmente non abbiamo tempo per dedicarci a ciò che vorremmo fare, ad attività che rientrano nel “tempo libero”. Intuitivamente sappiamo bene cosa comprende il concetto di tempo libero, e a volte possiamo persino sentirci in colpa se ci concediamo troppo tempo per queste attività, perché il tempo libero è qualcosa di cui evidentemente siamo carenti.

È interessante questa espressione, “tempo libero,” come a indicare un periodo in cui siamo liberi di fare ciò che vogliamo, di soddisfare alcune delle nostre esigenze, un tempo in cui siamo liberi di trascorrere il tempo apparentemente senza uno scopo preciso: dormire, fare una passeggiata, viaggiare, incontrare altre persone senza obblighi, praticare sport, dedicarsi all’arte o a qualsiasi attività che ci riempia e rilassi. Spesso accade che il tempo per queste attività dobbiamo persino “rubarlo.”

Ma se non abbiamo abbastanza tempo libero per ciò che ci soddisfa e ci riposa, significa forse che non siamo realmente liberi? Siamo, in effetti, spesso non liberi in molti modi che sono imposti dall’esterno o dall’interno.

La libertà di agire e di essere attivi è un bisogno profondo dell’essere umano, perché la capacità di autodeterminazione è fondamentale per un essere che è persona. Quando menzioniamo grandi concetti come l’autodeterminazione, li associamo automaticamente a grandi scelte che definiscono la vita, ma l’essenza dell’uomo non si manifesta solo in quei momenti. La capacità di autodeterminarsi si manifesta anche nella quotidianità, in ogni azione che compiamo, specialmente in quelle che intraprendiamo nel nostro “tempo libero.” Non smettiamo mai di essere umani, e tutto ciò che ci riguarda è significativo. È evidente che le piccole decisioni quotidiane e ciò che facciamo nel “tempo libero” spesso influenzano, lentamente ma inesorabilmente, il corso a lungo termine della nostra vita.

Occorre dare maggiore attenzione al “tempo libero” e alla libertà in generale, perché ci sono molte persone che, pur avendo più “tempo libero” a disposizione rispetto ad altri, non sono realmente libere interiormente. La libertà è un concetto sempre rilevante per l’essere umano e, per questo, appartiene alla sfera spirituale. Dio comandò al popolo d’Israele di non lavorare un giorno alla settimana, non per limitarli o togliere loro la libertà, ma per concedere loro “tempo libero,” per liberarli dalla schiavitù dei principi terreni della lotta eterna per la sopravvivenza fisica e per liberarli a favore delle esigenze superiori e più profonde di una vita piena.

L’uomo, tuttavia, tende a lasciarsi schiavizzare e a tornare continuamente alla mancanza di libertà, spesso sotto diverse giustificazioni. È importante prendersi del tempo libero. È fondamentale impegnarsi per la libertà e per soddisfare i bisogni dello spirito, non solo quelli del corpo, ed è ancor più importante saper riconoscere correttamente tali necessità. Le attività di tempo libero ben scelte creano un bacino di accumulo di bisogni soddisfatti da cui il nostro essere può attingere per il proprio ulteriore sviluppo e percorso nella vita.

San Michele Arcangelo, al quale questa chiesa è dedicata, è l’agente di Dio per l’azione a favore della libertà. Egli è il vincitore sul Nemico che vuole imprigionarci. La libertà è, dunque, ciò di fondamentale che Dio vuole donarci. Cristo ci ha liberati per la libertà – dice la Lettera ai Galati (Gal 5,1) – anche se la nostra limitata e distorta visione talvolta tende a vedere le cose diversamente.

Quindi, se vogliamo più “tempo libero,” un tempo in cui siamo liberi di agire sinceramente e senza pesi, seguendo ciò di cui il nostro essere ha davvero bisogno e può ricevere e dare, ciò che è il nostro potenziale e il nostro scopo, dovremmo tornare più spesso alle fonti della libertà e rivolgerci più frequentemente a Dio.

 

DESERTO – Formazione

In certi luoghi, sotto l’influenza di varie forze e materiali naturali, si creano forme e fenomeni specifici. Questo è chiaro e comprensibile. È altrettanto evidente e comprensibile che anche noi, esseri umani, facciamo parte della natura e che su di noi agiscano i principi naturali. È noto il detto che siamo ciò di cui ci nutriamo. Questo è vero per il corpo, e le ricerche dimostrano che vale anche per la psiche; tuttavia, non bisogna dimenticare che è vero anche per lo spirito. Gli influssi a cui ci esponiamo e che lasciamo agire su di noi modellano il rilievo di ciò che alla fine siamo o, almeno, di come appariamo esteriormente.

L’essere umano è l’unico capace di compiere uno sforzo consapevole per realizzarsi ed esprimersi. La natura è soggetta agli influssi di forze casuali, che possono favorire alcuni elementi e danneggiarne altri. Dal punto di vista della natura, il risultato è passivo. Esistono eventi che superano anche l’uomo. Non possiamo scegliere tutto ciò che ci accadrà, ma possiamo influenzare significativamente due aspetti. Il primo è che, nella misura in cui è possibile, possiamo scegliere a cosa vogliamo esporci e cosa vogliamo cercare. Il secondo è che possiamo decidere come reagire a ciò a cui siamo esposti o che ci accade, anche se causato da fattori al di fuori del nostro controllo.

La capacità di autodeterminazione lo rende possibile, ma sembra che spesso siamo poco consapevoli di questo potere e dell’influenza di ciò che ci circonda. Eppure, non dovremmo esserlo, perché si tratta del nostro esito finale, del paesaggio ultimo del nostro essere. È ragionevole riflettere su come gli influssi e le scelte incidano sul nostro spirito, anima e corpo. È saggio scegliere solo ciò che ci guida verso un “buon paesaggio interiore”. E soprattutto, è utile consultarsi con Dio, che sa di cosa siamo fatti (cfr. Sal 103,14).